Vitigno a bacca bianca caratterizzato da una vigoria elevata e da epoca di maturazione medio-tardiva; preferisce terreni siccitosi e climi caldi garantendo una produzione costante ma non sempre abbondante.
La varietà ha foglia media, trilobata, talvolta pentalobata; grappolo grande, di forma conico-piramidale, leggermente allungato, provvisto generalmente di una o due ali, mediamente compatto o tendente allo spargolo; acino grosso, sub-rotondo e buccia spessa, consistente, pruinosa e di colore verde-giallastro.
Conosciuto anche come Moscato d’Alessandria, ha origine egiziana ed è stato importato nel bacino del Mediterraneo dagli antichi romani. Appartiene al grande gruppo dei Moscati chiamati dagli antichi “Vitis Apianae” e in passato veniva utilizzato soprattutto come uva da mensa fresca o appassita, da qui il nome di derivazione araba “Zibibbo”, usato per indicare le uve da conservare appassite. Attualmente è diffuso nelle zone calde e in Italia è presente esclusivamente in Sicilia, in particolare nell’isola di Pantelleria e in alcune zone del trapanese.
Viene utilizzato prevalentemente in vinificazioni effettuate successivamente all’appassimento delle uve al sole per produrre vini caratterizzati dal colore giallo paglierino carico con riflessi dorati, dolci, dall’aroma intenso di moscato, rotondi, pieni e di elevata alcolicità.
Tradizionalmente è utilizzato per produrre il famoso Passito di Pantelleria, caratterizzato da colore giallo dorato carico che presenta inebrianti sentori di albicocche, fiori, miele e al sapore risulta dolce, corposo, caldo, sapido, dotato di equilibrata acidità e morbidezza, piacevolmente armonico.