La coltura della vite e la pratica della vinificazione sono note sin dai tempi delle popolazioni mesopotamiche, nell’antico Egitto addirittura la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon (1339 a.C.) furono incluse delle anfore contenenti vino con riportata la zona di provenienza, l’annata e il produttore. Dall’Egitto la pratica della vinificazione si diffuse poi presso gli Ebrei, gli Arabi e i Greci i quali dedicarono al vino una divinità: Dionisio.
Contemporaneamente, nel cuore del mediterraneo, la vite iniziava il suo viaggio dalla Sicilia verso l’ Europa, diffondendosi prima presso i Sabini e poi presso gli Etruschi i quali allargarono la coltivazione dell’uva dalla Campania sino alla pianura Padana.
Presso gli antichi Romani la vinificazione assunse notevole importanza solo dopo la conquista della Grecia e si tramutò in grande amore al punto da inserire Bacco nel novero degli Dei e da farsi promotori della diffusione della viticoltura in tutte le province dell’impero.
La nascita del Cristianesimo e il conseguente declino dell’Impero Romano, segnarono l’inizio di un periodo buio per il vino, accusato di portare ebbrezza e piacere effimero. A ciò si aggiunse la diffusione dell’Islamismo nel Mediterraneo con la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati. Fu solo grazie agli ordini monastici di quel periodo che venne perpetuata la viticoltura e la pratica della vinificazione per produrre i vini da usare nei riti religiosi.
Fu il Rinascimento a restituire al vino il suo ruolo da protagonista nella cultura occidentale, nel diciassettesimo secolo si affinò l’arte dei bottai, divennero meno costose le bottiglie e si diffusero i tappi di sughero.
All’inizio dell’età moderna nacque quindi l’attuale era enologica, con l’invenzione della bottiglia, recipiente che, opportunamente tappato, permise in Francia di realizzare lo Champagne. L’Ottocento fu in Italia un secolo di riforma, vini che come il Barolo erano dolciastri e incapaci di invecchiare assunsero nobiltà, altri vinificati improvvisando l’uvaggio furono ridefiniti (Chianti).
Il diciannovesimo secolo vide consolidarsi la distintiva e straordinaria posizione del vino e alla tradizione contadina iniziò ad affiancarsi il contributo di illustri studiosi che si adoperano per la realizzazione di vini qualitativamente eccellenti.
.Ma l’impulso decisivo al miglioramento della produzione nazionale ebbe luogo nel 1963, quando fu varata la prima legge, il DPR 930, che disciplinò la produzione dei vini a Denominazione d’Origine e a cui (nel 1992) seguì una nuova legge, la 164, attualmente vigente, che ordinò il sistema delle denominazioni.