Vitigno a bacca bianca caratterizzato da vigoria mediamente elevata ed un’epoca di maturazione medio-precoce; predilige i terreni collinari che non siano troppo fertili o siccitosi, garantisce produzioni buone e regolari e si adatta abbastanza bene alle diverse condizioni pedo-climatiche; si adatta alle diverse forme di allevamento e ai diversi sesti di impianto purché non troppo larghi, con potature lunghe o medie.
La varietà ha foglia media, tondeggiante, trilobata; grappolo medio-piccolo, cilindrico, spesso alato, compatto; acino: sferoide, medio-piccolo e buccia piuttosto leggera con una polpa succosa, dolce e di sapore semplice.
Le origini del Pinot bianco derivano da mutazioni genetiche del Pinot nero o del Pinot grigio. Fa parte dei vitigni internazionali di origine francese ed ampiamente coltivati in tutto il mondo. In Italia è presente dal 1800 ed è diffuso in tutta la Penisola, soprattutto in Trentino Alto Adige, Franciacorta, e in alcune aree della Lombardia, del Veneto e del Friuli. In passato è stato spesso confuso e coltivato con lo Chardonnay a causa delle caratteristiche che lo accomunano con quest’ultimo.
La vinificazione del Pinot bianco origina un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, di profumo intenso e sapore delicato, asciutto, vellutato. Corposo, ha una gradazione piuttosto elevata, un’acidità fissa medio-alta, elegante. L’affinamento gli dona sfumature dorate e profumi delicati. La sua acidità lo rende adatto alla spumantizzazione in purezza o in cuvée con Chardonnay ed altri Pinot.