Tra i prodotti made in Italy più famosi ed esportati all’estero, un posto di rilievo è quello assunto nel corso degli anni dallo spumante, un tipo di vino molto particolare e che si distingue dagli altri per quella reazione chimica grazie alla quale all’apertura di una bottiglia fuoriescono le bollicine causate dall’anidride carbonica presente all’interno delle bottiglie stesse.
La produzione dello spumante è una procedura piuttosto standardizzata e si compone di diverse fasi:
in primis ovviamente c’è la scelta dell’uva, determinante anche in termini di sapore; le uve maggiormente utilizzate sono il Pinot Bianco, il Pinot Nero, il Pinot Grigio ma soprattutto lo Chardonnay.
la seconda fase riguarda della raccolta dei grappoli che successivamente vengono opportunamente spremuti e fermentati sino ad ottenere il vino vero e proprio che sarà utilizzato per la produzione dello spumante;
ottenuto il vino grezzo si passa alla fase di lavorazione ovvero l’inserimento di sostanze dolci e di lieviti che favoriscono la fermentazione e alla fase di imbottigliamento inserendo il vino all’interno di bottiglie di vetro chiuse a tenuta stagna con tappi di plastica, e lasciato in cantina per un paio di mesi.
I metodi più utilizzati per quanto riguarda la produzione sono essenzialmente due:
Metodo Charmat/Martinetti che prevede la rifermentazione del vino all’interno di enormi recipienti di acciaio pressurizzati ed il successivo trasferimento del prodotto ottenuto in un altro recipiente dove verranno filtrate eventuali impurità prima di essere imbottigliato e lasciato in cantina.
Metodo Champenoise o metodoclassico in cui la rifermentazione del vino avviene direttamente all’interno di bottiglie di vetro nelle quali si viene a formare dell’anidride carbonica che permette di ottenere le bollicine all’apertura.
Per eliminare le impurità che si depositano sul collo della bottiglia si procede con la cosiddetta sboccatura, un processo meccanico che congela quella parte di vino che contiene i residui in modo da consentire di toglierla dalla bottiglia per poi chiuderla con il tradizionale tappo di sughero.