Nasce da una modifica del Guyot ed è finalizzata a produzioni di pregio, questo sistema di allevamento garantisce infatti un’elevata superficie fogliare esposta che permette di ottenere un incremento di grado alcolico, di antociani, di polifenoli con performance gustative migliori rispetto ad altre forme. È caratterizzato da una tipica struttura a forma di Y, con un fusto alto circa settanta cm e due cordoni speronati ad andamento opposto, allevati su due fili paralleli. I pali in testata sono incrociati, raggiungono un’altezza di due m ed una larghezza massima che varia da 1,10 a 1,20 m in modo che le distanze tra le file risultino comprese tra i 2,8 ed i 3,6 m, con una densità di impianto dai 3000-4000 ceppi/ha. In sostanza, invece di allevare un singolo tralcio da cui si genera la spalliera assurgente, se ne allevano due, posti su fili paralleli, a una distanza di almeno 90 cm: per fare ciò il ceppo deve portare due branche, le cui parti distali fungono da testa per la selezione degli speroni di rinnovo.
Varianti:
Nel corso del tempo se ne sono ottenute diverse, si trovano infatti sistemi in cui le piante sono accoppiate, il cordone è singolo e assume un andamento opposto e parallelo rispetto a quello della pianta corrispondente. La doppia spalliera richiede un’architettura piuttosto complicata ma la quantità di uva per germoglio si riduce meno, in quanto la fertilità non cambia sostanzialmente e può anche aumentare, soprattutto nelle forme a cordone speronato, per effetto della maggiore illuminazione delle gemme. In assenza di diradamento, la produzione per ettaro aumenta del 30-40% rispetto alla spalliera semplice, mentre l’indice di superficie fogliare rimane pressoché invariato. La qualità media, secondo numerose prove, tendenzialmente migliora, almeno negli ambienti adatti a questa forma di allevamento. Occorre però gestire con molta cura la sistemazione in verde, in particolare assicurare la totale illuminazione del corridoio tra i due piani inclinati, questo non è purtroppo né semplice, né rapido. I limiti della Lyra sono la notevole onerosità dell’impianto e la non facile gestione. È possibile meccanizzare, con qualche difficoltà, la pre-potatura, il palizzamento dei germogli, la cimatura e la vendemmia, operando con macchine a scavallamento laterale, non frontale. Per facilitare tale soluzione alcuni allevano le due semi-spalliere in verticale anziché su piani inclinati, a distanza di 1-1,2 m.
La potatura è la stessa che viene effettuata nel cordone speronato, 3-4 speroni di 1-3 gemme per cordone.