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Casarsa

È una forma di allevamento originaria della bassa friulana che si è poi diffusa in tutta la Penisola grazie alla sua particolare adattabilità a differenti condizioni ambientali, ai diversi vitigni, al ridotto fabbisogno di manodopera e alla possibilità di meccanizzazione anche della vendemmia. La sua struttura classica deriva concettualmente dal Sylvoz, dal quale però si differenzia per la mancanza di legatura del tralcio al filo sottostante al cordone; Il sistema Casarsa permette una struttura più semplice rispetto al Sylvos e, dunque, più gestibile e meno onerosa.

Questo sistema prevede l’allevamento in verticale del fusto fino ad un’altezza di 1,60-1,70 m dove corre un filo portante al quale si lega il cordone permanente; su quest’ultimo sono inseriti i capi a frutto in numero e lunghezza variabili in base alle distanze di impianto, alla varietà e al loro vigore. In alcune versioni diffuse soprattutto in Piemonte e nell’Oltrepò pavese non sono presenti i fili sopra il cordone permanente in modo da permettere la meccanizzazione o sperone o tralcio corto della potatura invernale.
Sopra il cordone permanente possono in certi casi correre uno o due palchi di fili singoli o accoppiati e paralleli, legati lateralmente al palo o portati da un bracciolo che hanno la funzione di sostenere la vegetazione di rinnovo.

Due mesi prima della vendemmia, si deve eseguire quella che in gergo è definita la  vendemmia verde, ovvero togliere  a mano dalla pianta i grappoli di scarsa qualità lasciando quelli in fase di maturazione che presentano caratteristiche qualitative migliori. Il diradamento dei grappoli permette a quelli rimasti di maturare con succhi più saporiti ed aromatici.  I grappoli vengono poi lasciati maturare sulla pianta per un periodo più lungo del normale in modo che gli acini si secchino o appassiscano ed il succo risulti più concentrato. La potatura invernale viene eseguita scegliendo capi a frutto di buona ma non eccessiva vigoria i quali verranno potati a 4-6 gemme evitando di lasciare tralci troppo lunghi, poiché man mano che i grappoli si allontanano dal cordone permanente diminuisce la loro capacità di accumulare zuccheri.
I capi a frutto dopo la potatura non vengono legati e, sotto il peso della vegetazione e della produzione, si piegano a bandiera verso il basso, mentre i germogli portati dagli speroni o dalle gemme basali dei capi a frutto crescono verticalmente attaccandosi alle strutture superiori, creando così una divisione tra la zona produttiva posta sotto il cordone e la zona di rinnovo sostenuta da fili superiori al cordone permanente.

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