Il continente Africano non è certamente fra i principali produttori di vino del mondo, tuttavia lo stato del Sud Africa è l’unico dei paesi africani ad avere una produzione vinicola degna di nota e che si impone fra i protagonisti non solo dell’Africa ma anche del mondo (il paese è oggi il settimo produttore), con un’insospettabile tradizione storica di circa 350 anni e standard qualitativi di livello mondiale. E’ però una realtà vinicola scoperta da poco a causa degli embarghi commerciali dovuti all’Apartheid.
La zona più produttiva è quella che coincide con il Capo di Buona Speranza, nella parte più a sud, vicino a Città del Capo. Le regioni di principale interesse sono certamente Paarl e Stellenbosch, dove si produce anche la maggiore quantità di vino del paese. In Sud Africa si producono sia vini bianchi sia vini rossi nonché vini fortificati e vini spumanti.
I vitigni coltivati nel paese sono tutti di origine Francese, con l’eccezione del locale Pinotage, un incrocio fra Pinot Nero e Cinsaut e che si è poi successivamente diffusa, seppure in zone piuttosto ristrette, anche in altri paesi come la California e la Nuova Zelanda. Fra le uve a bacca rossa sono diffuse prevalentemente quelle di Cabernet Sauvignon, Merlot, Cinsaut e Syrah; quelle a bacca bianca sono invece dei vitigni Chenin Blanc (la più coltivata), Chardonnay, Sauvignon Blanc, Moscato d’Alessandria, Sémillon e Crouchen.
La produzione mirata soprattutto in favore della qualità dei vini sudafricani è iniziata verso la metà degli anni Ottanta, con il cambiamento radicale dell’industria enologica in favore dei piccoli produttori rispetto a quello che era invece la norma delle cooperative. La produzione attuale dell’enologia sudafricana è piuttosto promettente e in grado di consentire ai propri vini di ricoprire posizioni sempre più prestigiose a livello mondiale.